Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

martedì 20 marzo 2012

Cie di Trapani in sciopero della fame e della sete

19/03/2012 - 15.57

IMMIGRAZIONE

Sciopero della fame e della sete nel Cie di Milo. I reclusi:
"Condizioni disumane"

La denuncia dei reclusi a Redattore Sociale: "Si deve aspettare minimo
un mese, un mese e mezzo per la domanda per avere il riconoscimento
dello status di rifugiato. Condizioni disumane, devi tagliarti, fare
un massacro del tuo corpo per avere qualcosa"TRAPANI – Sciopero della
fame e della sete degli immigrati reclusi nel Cie di Milo per
protestare contro "le condizioni disumane" della detenzione a cui sono
sottoposti e che formalmente sarebbe solo amministrativa perché
irregolari con il permesso di soggiorno.

"Ci troviamo in condizioni disumane, veramente non avevamo mai visto
questa faccia dell'Italia", denunciano i reclusi a Redattore Sociale.

Pochi giorni fa c'è stata una fuga di massa dal Cie di contrada Milo,
aperto la scorsa estate e gestito dal consorzio Connecting People in
attesa del passaggio di consegne al consorzio Oasi di Siracusa,
vincitore dell'ultimo bando.

"Sessantotto sono scappati. Dopo la fuga, quelli che sono stati
ripresi sono stati seduti per terra per due o tre ore di notte,
urlavano e gridavano", raccontano i trattenuti.

"Siamo in sciopero della fame, dell'acqua e dei farmaci – dicono –
perché da qui non si esce. Si deve aspettare minimo un mese, un mese e
mezzo per la domanda per avere il riconoscimento dello status di
rifugiato.  Quando chiediamo spiegazioni ci rispondono che siamo
troppi. Le forze dell'ordine non fanno niente, anzi appena
protestiamo,  si rivolgono contro di noi. Questo è un commercio umano,
ci sono malati psichiatrici che non possono stare qui. Fanno le
proroghe del trattenimento senza farci incontrare un giudice".

Ex detenuti raccontano che  "nel Centro oggi è come ieri, oggi come
domani così è la nostra giornata, un giorno come l'altro, devi
tagliarti, devi fare un massacro del tuo corpo per avere qualcosa". E
continuano: "Siamo stati in carcere e capiamo quanti grammi toccano a
un detenuto, qui ci danno poco da mangiare e non c'è un giorno in cui
abbiamo mangiato all'ora di pranzo, mangiamo alle tre, la quantità è
scarsa e la qualità di quello che ci danno da mangiare è molto
scadente".  (Raffaella Cosentino)

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