Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

mercoledì 2 marzo 2011

A sud d'Europa: Sciopero degli stranieri il primo marzo “Ventiquattro ore senza di noi”








“Diritto al lavoro, diritti e sicurezza nel lavoro, orgoglio per una nuova cittadinanza fondata sulla mixité, ma inevitabilmente anche sciopero”. Sono le parole d’ordine che caratterizzeranno le prossime “24h senza di noi”, ovvero lo sciopero che gli stranieri organizzeranno domani, martedì 1 marzo, in tutta Italia, con una manifestazione che si configura come giornata di vera e propria mobilitazione partita dal basso per sottolineare la rilevanza economica e sociale dell’immigrazione.

La prima edizione, quella dell’anno scorso, ha toccato oltre 60 piazze e coinvolto più di 300mila persone, inaugurando una stagione di impegno e di lotta, di rifiuto dei ricatti e dello sfruttamento, passata dallo sciopero delle rotonde in Campania alle occupazioni della gru e della torre a Brescia e Milano, da Pomigliano a Mirafiori, dalle mobilitazioni degli studenti allo sciopero dei metalmeccanici, poi marcata dalle manifestazioni antirazziste a Bologna, Firenze, Trieste e in tante altre città italiane. Stagione che ha avuto come protagonisti ovviamente gli immigrati e la società civile.

“La situazione italiana di oggi è diversa da quella di un anno fa e forse ancora più grave. Non c’è stata un’altra Rosarno - si legge nell’appello nazionale del “Movimento Primo Marzo” - ma gli effetti della crisi si sentono sempre di più e colpiscono soprattutto migranti: in migliaia rischiano di perdere il permesso di soggiorno, in migliaia che il permesso non lo hanno vengono indicati come criminali e condannati al lavoro nero gestito dai caporali. Per tutte e tutti vige il ricatto quotidiano del razzismo istituzionale. La questione della cittadinanza rimane insoluta e centinaia di giovani, nati o cresciuti in Italia, continuano a sottostare a una legge, che non riconosce loro diritti né cittadinanza. Le rivoluzioni di piazza che stanno attraversando il Nord Africa segnalano un’aspirazione alla libertà, che ha nelle migrazioni una delle sue declinazioni, e che sta portando a un prevedibile aumento degli sbarchi (per altro mai interrotti) sulle nostre coste: di fronte a tutto questo la risposta italiana si sta rivelando ipocrita e inadeguata. Si evoca ancora una volta un inesistente “stato di emergenza” solo per non rispettare il diritto di asilo ed evitare di accogliere le persone che continuano ad arrivare. Mentre si lotta per la democrazia in Nord Africa, non possiamo accettare la logica razzista dell’ ”aiutiamoli a casa loro”, perché i migranti ci dicono che si combatte anche per muoversi e cambiare le proprie condizioni di vita”.

In questo particolare quadro, gli immigrati dimostrano di essere ancora di più una forza: producendo una parte consistente del Pil (11%); alimentando le casse dello Stato con le tasse e i contributi previdenziali; sopperendo con il loro lavoro di cura alle carenze strutturali del welfare italiano. “Rappresentano, però, una parte attiva e determinante anche nella costruzione di una società diversa, più ricca, variegata, multiculturale e capace di guardare al futuro. Senza di loro, senza i bambini figli di migranti e coppie miste - prosegue il documento -, l’Italia sarebbe oggi una nazione destinata a estinguersi. Tutti loro sono soprattutto una forza politica per costruire una società diversa, per non limitarsi a difendere i diritti, ma per reagire ai ricatti conquistandone di nuovi. Per questo lanciamo un appello affinché domani sia una nuova grande giornata di sciopero e mobilitazione per i migranti e con i migranti. Ai sindacati chiediamo, invece, di attivarsi a tutti i livelli per sostenere concretamente i lavoratori, stranieri e italiani insieme, che decideranno di astenersi dal lavoro nelle fabbriche, nelle cooperative e in tutti i luoghi di lavoro più o meno formali”.

La difesa del diritto al lavoro e degli altri diritti fondamentali rimane, quindi, una battaglia che riguarda tutti, non solo per ragioni etiche o altruistiche. Purtroppo, però, proprio gli immigrati diventano il terreno su cui oggi sperimentare le politiche repressive che colpiranno domani segmenti sempre più ampi di popolazione.

Ecco anche perché diventa necessario che i lavoratori e gli aspiranti tali, italiani e stranieri indistintamente, comprendano che la loro unione e la solidarietà reciproca sono indispensabili per contrastare questa pericolosa deriva. I molti, da più parti, lo hanno già capito. Allo sciopero di domani aderiscono, per esempio, Gran Bretagna, Germania, Spagna e Austria, come pure il Senegal, luogo simbolo dello schiavismo, dove per l’occasione verrà ufficializzata la “Carta Mondiale dei Migranti”, alla cui stesura ha dato un grosso contributo anche il movimento “Primo Marzo”.

“Per una Palermo unita contro il razzismo istituzionale” è lo slogan che caratterizzerà l’1 marzo palermitano, rivendicando i diritti di tutti quegli stranieri che “la legge Bossi Fini costringe aessere clandestini prima di potere diventare regolari”. Partendo dalla considerazione che “i diritti non hanno colore”, il capoluogo siciliano, ma non solo, dedicherà la giornata di domani a Noureddine Adnane, il giovane marocchino, che da dieci anni viveva e lavorava legalmente a Palermo, purtroppo morto il 19 febbraio.

Veramente tante le iniziative in programma, come numerose sono quelle che già da qualche giorno stanno animando la città e che, per esempio, sia oggi sia domani vedranno prendere corpo una serie di incontri nelle scuole tra mediatori culturali e studenti sul tema dell’immigrazione. A partecipare, l’anno scorso, alla prima edizione dello “sciopero dei migranti”, è stata una quindicina di istituti di ogni ordine e grado. L’obiettivo é, però, quello di lavorare sempre di più con le scuole che solitamente non hanno la possibilità di incontrare gli stranieri perché nelle zone in cui ricadono non ce ne sono. Entusiasmante fu, per esempio, l’esperienza che fecero nel 2010 due classi del liceo classico “Vittorio Emanuele”, vivendo una giornata da stranieri nei luoghi in cui lavorano e vivono la loro quotidianità gli immigrati di Palermo. E’ ovvio che si tratta di un percorso da seguire oltre l’1 marzo.

Ma andiamo avanti. La giornata di domani si aprirà alle 10 nell’aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia di viale delle Scienze, con una tavola rotonda su “Il diritto allo studio come diritto alla cittadinanza e all’inclusione”, organizzata in collaborazione con la Scuola di Lingua italiana per Stranieri dello stesso Ateneo palermitano. Sarà una riflessione sulla situazione nelle scuole del nostro territorio, rispetto alla presenza di alunni con cittadinanza straniera, arricchita dalla proiezione del film “Una scuola italiana” e dagli interventi di ragazze e ragazzi di origine straniera che hanno frequentato la scuola nel nostro Paese. Con l’occasione si potrà acquistare “Verrà domani e avrà i tuoi occhi”, antologia di racconti meticci, pubblicata dalla casa editrice “Compagnia delle Lettere” in collaborazione con il “Movimento Primo Marzo”. Un’iniziativa da sostenere, anche perché il 40% del ricavato è destinato a sostenere le iniziative per l’edizione 2011 della manifestazione. Il volume si potrà, però, anche ordinare, sempre a 12 euro, scrivendo all’e-mail primomarzo2010palermo@gmail.com Importante indicare nell’oggetto “Verrà domani + il numero di copie richieste”.

Si proseguirà alle 15, al “Dipartimento Politica, Diritto e Società” di piazza Bologni 8, con una riflessione, organizzata dall’associazione “Studi giuridici sull’immigrazione”, sul tema “Ancora migranti tra accoglienza e detenzione”. Il momento clou per tutta la città sarà, però, il corteo, che partirà alle 17 da Porta Felice per raggiungere Piazza Bologni, dove ci si ritroverà tutti insieme per conoscersi e confrontarsi sul senso di questa particolare giornata.

Chi, poi, vorrà concludere in allegria, non ha che da partecipare alla “Notte Nera”, che da Santa Chiara a Ballarò animerà il cuore della città multietnica con tanto cibo, musica e voglia di fare festa a cura delle associazioni e delle comunità straniere.

Un’occasione unica per cercare di entrare in contatto con un mondo, quello dei migranti, che chiede di essere conosciuto, abbattendo le barriere e i pregiudizi che solitamente creano paura. E che impediscono un dialogo e un confronto alla pari con persone che vengono da realtà geografiche e culture diverse, ma che non hanno alcuna voglia di portare altrove le guerre e le violenze da cui molti di loro scappano.

Articolo di Gilda Sciortino