Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

venerdì 8 maggio 2009

11 maggio, Sala Gialla del Palazzo dei Normanni: presentazione "Poeti della Scuola Siciliana"







Lunedì 11 maggio alle ore 17.00, presso la Sala Gialla del Palazzo dei Normanni, verrà presentata l'Edizione critica dei "Poeti della Scuola siciliana".
Si tratta di una impresa durata 20 anni di grandissima importanza, promossa dal Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani.

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NOTA PER LA STAMPA

Per una capricciosa coincidenza, la presentazione della edizione dei Poeti della Scuola Siciliana, prevista a Palazzo dei Normanni (sede dell’ARS) per lunedì 11 maggio alle 17,00, si svolge subito dopo la pubblicazione dei contributi del Governo regionale alle istituzioni culturali siciliane.
La edizione dei poeti fridericiani e dei siculo-toscani è l’ultima delle grandi realizzazioni del Centro studi filologici e linguistici siciliani, fondato nel 1951 dai maggiori linguisti dell’epoca (tra i quali Salvatore Battaglia, Antonino Pagliaro, Giorgio Piccitto, Ettore Li Gotti).
Generazioni di giovani hanno studiato i poeti della corte di Federico II, senza che vi fosse una edizione critica e commentata completa ed affidabile. Oggi c’è, promossa e realizzata dal Centro di studi filologici e linguistici siciliani, in un quindicennio di intenso lavoro. Sarà presentata - tardivamente - nell’austera sede dell’ARS, grazie anche al Suo Presidente, da Max Pfister, massimo studioso straniero di storia della lingua italiana, dal Presidente dell’Accademia della Crusca, Francesco Sabatini, e da Renata Colorni direttrice dei “i Meridiani” di Mondadori, prestigiosa collana che ospita la edizione dei Poeti della Scuola Siciliana.
E andiamo all’elenco dei beneficiati dalla Regione Sicilia. Le “entità” alle quali il Governo Regionale elargisce i suoi contributi sono, stando all’elenco pubblicato dalla stampa, oltre 150. Il Centro di studi filologici e linguistici siciliani è relegato in terz’ultima posizione con € 25.000.
Tanto per citare qualche esempio, è preceduto dall’Associazione Legionari di Cristo (€ 100.000), dal Centro studi nuove religioni (€ 50.000), dall’Associazione per l’Arte di Alcamo (€ 100.000), dall’Istituto siciliano di studi politici ed economici di Palermo (€ 500.000), da un’ampia serie di Centri teologici, da una Associazione culturale Acuarinto (€ 100.000), da un’Associazione Focus Group (€ 50.000), dall’Unione giuristi cattolici di Agrigento (€ 200.000), da associazioni come Caput Mundi (€ 100.000) e Vaso di Pandora (€ 50.000), da un Centro studi di Acicatena (€ 50.000), dall’Associazione Giovanni Paolo II di Carini, S. Catanzaro di Borgetto, Donna attiva di Monreale e la Vie en Rose di Paceco (€ 50.000 a testa).
Per concludere, e con tutto il rispetto per le associazioni locali, il Centro di studi filologici e linguistici siciliani, una delle istituzioni linguistiche più prestigiose al mondo, è trattato esattamente come il Club culturale di Castellana.
Si tratta francamente di uno scandalo, anche e soprattutto perché non sono noti (e non lo sono perché non esistono) i criteri in base ai quali sono stati quantificati gli interventi.
Se criteri scientifici e culturali fossero stati adottati non avrebbe potuto che risultare premiato una istituzione come il Centro di studi filologici e linguistici siciliani che, nella sua storia più che cinquantennale, ha saputo saldare ai livelli più alti l’attività di ricerca a quella editoriale e promozionale; che ha fra i suoi soci filologi, linguisti, letterati, antropologi e storici di grande prestigio internazionale; che intrattiene rapporti di collaborazione scientifica e scambi editoriali con istituzioni di ogni parte del mondo. Con la sua Collezione di testi siciliani del Tre e Quattrocento, ricca di ben 26 volumi, ha salvato dalla dimenticanza, pubblicandolo in edizioni rigorose, uno straordinario patrimonio di cultura medievale siciliana e meridionale; con i cinque volumi del Vocabolario ne ha raccolto il tesoro lessicale; con la Collezione di testi mediolatini e umanistici ha documentato la partecipazione di grandi intellettuali siciliani al rinnovamento culturale del Quattrocento italiano; con la collana di Lessici ha diffuso la conoscenza di preziosi vocabolari antichi, settoriali, etimologici, onomastici e di microaree linguistiche. Negli ultimi anni, sempre per merito di questa istituzione, sono state messe in cantiere e in gran parte realizzate importanti e ambiziose imprese volte alla documentazione e studio della Sicilia linguistica contemporanea: l’Archivio delle parlate siciliane, l’Osservatorio linguistico Siciliano e l’Atlante linguistico della Sicilia.
Questa straordinaria attività è stata realizzata per il formidabile impegno di molti e prestigiosi studiosi siciliani e di molti altri, non siciliani, che hanno trovato nella storia linguistica della Sicilia materia fertilissima per il loro impegno scientifico. È questo il modo migliore di rendere onore alla Sicilia. Ma non tutti, evidentemente, ne sono convinti. L’assenza di criteri dichiarati e condivisi è disprezzo per la trasparenza, e alimenta il ragionevole dubbio (certezza?) del prevalere delle più sfacciate cordate clientelari.
Giovanni Ruffino