Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

martedì 10 marzo 2009

Comunicato "Noi non denunciamo" (comunità migranti, CGIL FP, Anlaids, Emergency, laici comboniani Palermo)


Il 13 marzo la Camera dei Deputati inizierà la discussione sulla norma che concede la possibilità ai medici di denunciare immigrati irregolari.
Questo pericoloso provvedimento, già di per sé fortemente lesivo del fondamentale diritto alla salute garantito dalla Costituzione italiana, contribuisce a un clima sempre più pesante nei confronti degli stranieri ed in particolare dei cosiddetti “clandestini”, divenuti tali non perché abbiano commesso qualche reato, ma perché le leggi italiane rendono di fatto impossibile la regolarizzazione e riducono al lumicino le possibilità d’ingresso legale nel nostro paese.
I promotori dell’incontro esprimono preoccupazione ed allarme per le conseguenze della possibile approvazione del comma 1 lettera t) dell'articolo 45 del DDL 2180 in esame all'Assemblea della Camera, già approvato al Senato in occasione delle votazioni al DDL 733, volto a sopprimere il comma 5 dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull'immigrazione) che sancisce il principio di "non segnalazione alle autorità".
Il suddetto comma 5 attualmente prevede che "l'accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano". Questa disposizione normativa è presente nell'ordinamento italiano già dal 1995, attraverso l'art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La "logica" della norma non è solo quella di "aiutare/curare l'immigrato irregolare", ma anche quella di dare piena attuazione all'art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese - nello specifico - quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa "marginalizzazione sanitaria" di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute. Appare pertanto priva di significato l'ipotesi di affidare alla libera scelta del personale sanitario se procedere o meno alla segnalazione dello straniero poiché ciò, in contrasto con il principio della certezza della norma, lascerebbe al mero arbitrio dei singoli l'applicazione di principi normativi di portata fondamentale. La cancellazione di questo comma vanificherebbe inoltre un'impostazione che nei 13 anni di applicazione ha prodotto importanti successi nella tutela sanitaria degli stranieri testimoniato, ad esempio, dalla riduzione dei tassi di Aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla Tubercolosi, dalla riduzione degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso alla nascita, mortalità perinatale e neonatale…). E tutto questo con evidente effetto sul contenimento dei costi, in quanto l'utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilità) si dimostra non solo più efficace, ma anche più "efficiente" in termini di economia sanitaria.
Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:

- spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera, che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
- incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti…);
- creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
- avrà ripercussione sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
- spingerà molti operatori ad una "obiezione di coscienza" per il primato di scelte etiche e deontologiche.

Partendo dal diritto primario alla salute si chiederà al Governo Regionale, ed in particolare all’Assessore alla sanità Dott. Russo, che sarà presente all’incontro, di pronunciarsi come già fatto in Puglia,dove l’assemblea regionale ha deciso che nel territorio pugliese gli immigrati irregolari non solo possono accedere gratuitamente e anonimamente alle cure di medicina d´urgenza, ma hanno diritto anche (a carico della Regione) al medico di base. "Questo per curare anche le malattie croniche - aveva detto il presidente della Regione, Nichi Vendola - per lavorare sulla prevenzione e soprattutto per dare a tutti la stessa possibilità di curarsi."
Si ritiene inoltre fondamentale l’inizio di un percorso di mobilitazioni contro tutte le discriminazioni per una vera integrazione basata innanzitutto sul rispetto dei diritti.

VENERDI’ 13 MARZO ALLE ORE 16.30
COMPLESSO AULE NUOVE DEL POLICLINICO
AULA “ H “ VIA PARLAVECCHIO (VICINO METROPOLITANA STAZIONE VESPRI)

Non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo di amare la legge è di obbedirla.
Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole).
Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate.

Don Lorenzo Milani – da: “ L'obbedienza non è più una virtù “

L’INCONTRO E’ PROMOSSO DA:
Comunità Migranti
CGIL FP
Anlaids
Emergency
Laici Comboniani Palermo