Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

sabato 18 ottobre 2008

L´italiano ci serve per lavorare

Fonte: Repubblica Palermo del 17 ottobre 2008
Ogni pomeriggio le porte della Cascino, nel cuore dell´Albergheria, si aprono a 120 immigrati
Ieri in Africa, oggi sui banchi"L´italiano ci serve per lavorare"
Claudia Brunetto
Vengono da Ghana Costa d´Avorio Senegal:alcuni di loro puntano alla licenza media. La prima cosa è imparare l´alfabeto. E soprattutto la differenza fra le vocali e le consonanti. Così uno alla volta scandiscono le parole seduti nei banchetti della scuola elementare Cascino, succursale della Nuccio, nel cuore dell´Albergheria, a pochi passi dal mercato di Ballarò.
Dopo aver imparato l´italiano cominceranno a cercare un lavoro. Non sono più bambini, ma uomini fatti che hanno rischiato la vita per arrivare in Italia: da pochi mesi centoventi immigrati frequentano ogni pomeriggio la scuola dalle 16,30 alle 20 per imparare la lingua. Alcune classi, invece, si preparano a conseguire il diploma di terza media. Ghanesi, senegalesi, ivoriani, afgani, indiani, alloggiati fra la comunità di Biagio Conte e un istituto religioso di Camporeale, pendono dalle labbra dei professori perché sanno che in quelle ore di scuola si giocano l´avvenire. Lo sa bene Seuleimane, del Burkina Faso, che lavora come mediatore culturale al corso serale per stranieri: «Conosco tutti i dialetti dell´Africa - dice - così aiuto i miei connazionali nel rapporto con gli insegnanti. Alle spalle hanno vite molto difficili, situazioni drammatiche e sono soli. Hanno lasciato le loro famiglie nel Paese d´origine e, come me, hanno scommesso su una nuova vita».
A ogni domanda si alzano in piedi e rispondono con sorrisi smaglianti e occhi luminosi. «Non ho ancora un lavoro - dice Robert, del Ghana - In due mesi mi sono reso conto di molte cose ma non so bene l´italiano. Mia moglie e i miei figli non sono venuti con me: forse un giorno, quando avrò un´occupazione sicura, mi farò raggiungere. Intanto cerco di imparare bene la lingua».
Moris, 17 anni a giugno, punta alla licenzia media: «Sono qui da tre mesi - dice - ogni giorno viaggio da Camporeale con i miei compagni. In Nigeria ho lasciato tutto e mi sono imbarcato. Ho lavorato per raccogliere i soldi per il viaggio e ora che sono qui voglio trovare un lavoro e mandare i soldi alla mia famiglia. Nel cassetto conservo la speranza di fare l´attore, mi piace cantare e - chissà - un giorno ci riuscirò».
Sogna un ruolo importante nel ramo della tecnologia, Yakuba del Burkina Faso. Anche lui a 17 anni ha cambiato vita: «Amo la matematica - dice - E anche se sono a Palermo da cinque mesi faccio passi da gigante in italiano. Questa città ci ha accolto bene, certo non facciamo la vita degli altri ragazzi, ma non potevamo neanche continuare a morire di fame nel nostro Paese. Adesso voglio solo guardare avanti». Anche Amin, dell´Afghanistan, studia per trovare un lavoro: «Va bene qualsiasi cosa - dice - Noi abbiamo bisogno di aiuto. Ci impegniamo al massimo, ma la burocrazia non ci aiuta e rischiamo di non andare avanti. È per questo che siamo qui».
L´avventura didattica per gli stranieri è partita quest´anno grazie a una convenzione fra la scuola media statale Pertini, che vede impegnati sette docenti di ruolo nell´insegnamento pomeridiano, e la direzione didattica Nuccio, che ha messo a disposizione i locali. «È una grande soddisfazione insegnare a queste persone - dice Livia Trainito, prof della Pertini - sono tutti molto motivati e nascondono grandi dolori. In classe sembrano sereni e comunicativi. Hanno voglia di imparare».
Con un piccolo contributo regionale di tremila euro gli studenti stranieri hanno ricevuto dalla scuola il materiale didattico essenziale. «L´obiettivo - dice Rosario Ognibene, preside della Pertini - è quello di rendere coeso un centro cittadino multiculturale attraverso l´acquisizione di conoscenze comuni come la lingua italiana, le competenze di base, le tecnologie dell´informazione».