Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

giovedì 20 settembre 2007

SCUOLA D'INTEGRAZIONE: la scuola e il territorio collaborano per progetti d'accoglienza e d'intercultura di Graziella Favaro

Bambini e ragazzi che vengono da lontano

Negli ultimi anni la presenza dei bambini e dei ragazzi nella scuola dell’obbligo (e più di recente anche nell’istruzione superiore) si diffonde e aumenta in misura costante. Lentamente, l’immigrazione sta "mettendo radici" e passa da una fase in cui vi era la presenza di soli adulti, ad un’altra, successiva nel tempo, durante la quale si assiste ad un processo di stabilizzazione, all’arrivo o alla nascita dei minori, alla ricomposizione delle famiglie.
L’inserimento scolastico dei bambini e dei ragazzi immigrati stranieri comporta attenzioni e decisioni diverse, di tipo burocratico, organizzativo, relazionale, comunicativo, didattico. La loro presenza pone certamente problemi didattici specifici, ma chiama anche in causa la scuola e i servizi educativi nella loro generalità. Interrogarsi sui bisogni degli alunni stranieri significa infatti interrogarsi sull’organizzazione scolastica e didattica per tutti, sui contenuti, sulle modalità comunicative adottate , sull’educazione linguistica e lo sviluppo del linguaggio , sulla relazione con l’altro.
Come avviene per altri servizi e strutture, anche nel caso della scuola e dei servizi educativi, la presenza dei bambini e dei ragazzi stranieri può diventare un’occasione per ripensare e rivedere stili e modalità educative, per arricchire la proposta educativa grazie all’attenzione ai nuovi bisogni e al confronto con le differenze.
Gli alunni stranieri hanno al tempo stesso bisogni uguali e differenti rispetto ai loro coetanei "autoctoni": sono bambini con i compiti di sviluppo, i timori e i desideri di tutti i bambini, ma sono anche alle prese con urgenze e sfide specifiche: di apprendimento linguistico in italiano L2, di adattamento e riorientamento rispetto allo spazio, al tempo, alle regole esplicite ed implicite del nuovo ambiente, di "radicamento" in due diversi riferimenti culturali.

Accoglienza, Italiano L2, educazione interculturale
Come accogliere nella scuola per tutti, senza negare le storie e le appartenenze di ciascuno? Come costruire orizzonti comuni a partire da biografie differenti?
Tre sembrano essere le parole/chiave e le attenzioni pedagogiche da promuovere per far sì che l’inserimento dei bambini e dei ragazzi venuti da lontano rappresenti il primo passo per l’integrazione e lo scambio interculturale. Esso sono: accoglienza, attenzione allo sviluppo linguistico, approccio interculturale.
La parola "accoglienza" deve essere riferita sia ai bisogni dei minori – di essere accettati, accolti, riconosciuti, valorizzati – che delle famiglie immigrate. Una scuola che accoglie è attenta alle modalità comunicative, alle relazioni e al "clima" fra adulti e bambini; informa i genitori stranieri, utilizzando anche avvisi e messaggi in varie lingue e promuove momenti di incontro tra i genitori autoctoni e immigrati; facilita l’accesso e l’uso dei servizi comuni e opera per dare pari opportunità a tutti e a ciascuno; rende esplicite le sue regole e modalità di funzionamento .Una scuola che accoglie mette in pratica le indicazioni della normativa relative all’inserimento scolastico degli alunni stranieri e sperimenta procedure e protocolli di accoglienza condivisi.
L’apprendimento e lo sviluppo della seconda lingua da parte degli alunni stranieri deve essere al centro dell’azione didattica e prevedere risorse e modificazioni nelle modalità organizzative e "adattamento dei programmi" , come indica la normativa . Ciò può avvenire positivamente attraverso l’utilizzo di dispositivi e figure di facilitazione linguistica, momenti di interazione individualizzata e di piccolo gruppo, promuovendo negli alunni non italofoni le capacità di comunicare , narrare, raccontare, esprimersi , apprendere, favorendo così lo sviluppo ,sia della lingua "concreta, del qui e ora", sia dell’italiano per studiare e comprendere i concetti. L’attenzione allo sviluppo del linguaggio deve prevedere anche il riconoscimento e la valorizzazione della lingua materna dei minori immigrati, considerata una risorsa e non un ostacolo da rimuovere.
E infine, l’approccio interculturale, attento alle differenze e alla relazione con l’altro, promuove il confronto, la scoperta e lo scambio fra storie e culture, a partire dalla consapevolezza che "i valori che danno senso alla vita non sono tutti nella nostra cultura, ma neppure tutti nella cultura degli altri, non tutti nel passato, ma neppure nel presente o nel futuro".

Il modello d'integrazione della scuola
Come la scuola risponde a questi nuovi bisogni e quali risorse predispone per aiutare bambini e ragazzi con storie diverse a crescere insieme, elaborando progetti comuni? In che modo i comuni possono collaborare a fare della scuola il luogo privilegiato dell’integrazione e dello scambio?
Proviamo a ricostruire il "modello di integrazione" che si delinea a partire dalle indicazioni ufficiali della normativa, delle leggi e delle circolari. Le parole/chiave e i documenti ai quali fare riferimento configurano un modello di scuola che si pone in equilibrio tra accoglienza e riconoscimento delle diversità e che possiamo definire integrativo, interculturale, attento alla tutela e valorizzazione delle lingue e culture d’origine. Queste sono le coordinate di politica scolastica alle quali gli istituti scolastici devono far riferimento per elaborare e realizzare in autonomia i propri progetti di inserimento degli alunni stranieri.
Su quali risorse organizzative professionali ed economiche, può contare un istituto scolastico per elaborare e attuare il proprio piano d’offerta formativa, che tenga conto delle nuove presenze e dei bisogni specifici? La normativa sull’autonomia didattica e organizzativa consente un’ampia flessibilità nella ridefinizione di orari e calendari, in modo tale da recuperare risorse per l’integrazione di nuovi arrivati.
La collaborazione e gli accordi di programma con gli enti locali possono contribuire ad innalzare la qualità e ampliare l’offerta formativa attraverso azioni e proposte differenti.

Quali azioni in un progetto tra scuola e territorio
Tra le azioni che scuola e comuni possono progettare e realizzare insieme , a partire da una lettura non riduttiva delle situazioni e dei biosogni ,vi sono :
la formazione degli insegnanti e degli educatori sui temi della migrazione in età infantile , delle modalità di accoglienza , della didattica dell’italiano come seconda lingua e dell’educazione interculturale;
la rimozione degli ostacoli che si frappongono all’inserimento dei bambini stranieri nei servizi educativi e nella scuola, con particolare attenzione a due fasce di età : i più piccoli (nella scuola dell’infanzia) e gli adolescenti /le adolescenti;
la documentazione, accessibile a tutte le scuole e che comprende tra l’altro: la diffusione ed elaborazione di materiali e strumenti didattici ; la disponibilità di messaggi comunicativi scuola/famiglia plurilingue; le informazioni sui paesi d’origine e sui sistemi scolastici e linguistici degli alunni stranieri; la messa a disposizione di percorsi e proposte di lavoro già sperimentati in altre scuole e città……;
la realizzazione di azioni educative in orario scolastico ed extrascolastico, condotte da operatori qualificati , quali: i laboratori per l’apprendimento dell’italiano lingua seconda per alunni neoarrivati e di potenziamento linguistico ; le attività di doposcuola e di aiuto allo studio; le iniziative di insegnamento delle lingue d’origine; i corsi di alfabetizzazione in italiano per madri e genitori stranieri; la "settimana per l’accoglienza " prima dell’inizio della scuola ; i centri estivi che integrino le loro attività anche con laboratori di italiano L2 e di scoperta delle differenze;
la disponibilità di risorse di mediazione linguistica e culturale per facilitare la fase di prima accoglienza , di inserimento e di comunicazione con i minori e le famiglie di recente immigrazione;
l’integrazione tra i servizi educativi e scolastici e i servizi sociali, al fin di realizzare progetti e azioni in grado di rispondere in maniera efficace ai bisogni di integrazione nella nuova società di bambini e famiglie immigrate , di dare risposta a eventuali situazioni di disagio e di tutelare i soggetti più vulnerabili;
la realizzazione e diffusione di eventi, iniziative e materiali interculturali per conoscere e conoscersi , per scambiare e incontrarsi.
I criteri che indirizzano l’azione comune della scuola e dell’ente locale tengono dunque conto di:


- una progettualità condivisa
- l’assunzione delle responsabilità rispetto alle reciproche competenze
- la finalità dell’integrazione, intesa come cammino di inclusione, scambio e di cittadinanza, nel rispetto dell’integrità delle persone e della loro identità
- la qualità del progetto, che si propone di costruire orizzonti comuni a partire da storie e "radici" differenti.
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Bibliografia recente di Graziella Favaro


- Insegnare l'italiano agli alunni stranieri, La Nuova Italia, Firenze, 2002

- Come un pesce fuor d'acqua. Il disagio nascosto dei bambini immigrati, Guerini, Milano, 2002

- Didattica interculturale (con D. Demetrio), Angeli, Milano, 2002

- Bambini stranieri a scuola, La Nuova Italia, Firenze,1997