Programma Educazione alla Pace presentato da Tindara Ignazzitto - Consulta per la Pace di Palermo

Programma di Educazione alla Pace - TPRF

domenica 18 marzo 2007

Intrecci di culture

Fonte: Didattica interculturale, Duccio Demetrio e Graziella Favaro (a cura di), Franco Angeli, 2004, pp. 108-10


Al termine di ogni viaggio e a seguito delle situazioni di scambio, l'identità di ciascuno di noi non è più definibile in termini binari, ma diventa comprensibile solo in termini additivi, di stratificazione di esperienze, saperi, informazioni, pratiche. E questo avviene spesso senza che vi sia la consapevolezza di tali processi di cambiamento reciproco e di interazione con gli altri.
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Una mappa per esplorare la realtà: ecco come possiamo definire la cultura. Essa media tra individui e ambiente, collocando e avvolgendo ciascuno all'interno di una rete di senso. Non è uno stampo che ci rende uniformi, al contrario, permette di leggere e conoscere le differenze umane, accogliendole, nel caso, nella trama della propria storia.
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Il peggior torto che si possa dunque fare a una tradizione, a un riferimento culturale è quello di conservarli sotto vetro come fossero una cosa morta.
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Come le radici mostrano la loro potenza nell'albero che si alza su di loro, così la forza di una cultura si manifesta nella sua capacità di accogliere altri mondi e di aprire le menti dei suoi membri e nella loro volontà di vedere le differenze e di apprezzarle, anche se ciò può risultare disorientante.
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Per fornire un esempio di­vertente delle stratificazioni culturali presenti nella vita, negli oggetti e nei gesti di ogni giorno, ecco, ad esempio, un frammento tratto da un vecchio manuale di antropologia (Lo studio dell'uomo, di Ralph Linton, 1936).

Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente, ma che venne poi modificato nel Nord Euro­pa prima di essere importato in America. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria del vicino Oriente, o di lana di pecora, animale originariamente addomesticato sempre in Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedi­menti inventati nel vicino Oriente.
Si infila i mocassini, inventati dagli indiani delle contrade boscose dell'Est e va in bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee e americane, entrambi di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito maso­chista che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egizi. Andando a fare colazione, si ferma a comprare un giornale, pagando con le mo­nete, che sono un'antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una serie di elementi presi da diverse culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventata in Cina; il suo coltello è d'acciaio, lega fatta per la prima volta nell'India del sud, la sua forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio è un derivato dell'originale romano...
Quando il nostro amico ha finito di mangiare, si appoggia alla spalliera della se­dia e fuma, secondo un'abitudine degli indiani d'America.
Mentre fuma, legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su un materiale inventato in Cina secondo un procedimento inven­tato in Germania.
Mentre legge il resoconto dei problemi che si agitano all'estero, con un linguag­gio indo-europeo, ringrazierà Dio, di origine ebraica, di averlo fatto al cento per cento americano
(cit. da U. Fabietti, 2000).
Il brano che qui proponiamo è tratto da Mediazione e intrecci di culture. Percorsi di didattica interculturale di Graziella Favaro, in Didattica interculturale, Duccio Demetrio e Graziella Favaro (a cura di), Franco Angeli, 2004, pp. 108-10